Ma tu sai fare i prezzi dei tuoi prodotti e servizi ?
- Studio Studio
- 31 gen
- Tempo di lettura: 4 min

Luca e la riscoperta del valore: i fattori chiave per un pricing efficace
Luca, imprenditore di successo nella meccanica di precisione, aveva un problema comune a molte PMI: lavorava duramente, incrementava il fatturato, ma non riusciva a migliorare la redditività della sua azienda. Alla base di tutto c’era un errore tanto semplice quanto insidioso: calcolare i prezzi di vendita “a occhio”, senza un’analisi approfondita dei costi di produzione e dei margini necessari.
Dopo una lunga chiacchierata con Luca, abbiamo individuato i punti critici del suo approccio e definito un metodo strutturato per determinare i prezzi. Qui di seguito spiegherò quali sono i fattori che ogni imprenditore deve considerare nella determinazione del costo di un prodotto o servizio.
1. Costi diretti: il cuore della produzione
I costi diretti sono quelli strettamente legati alla produzione di un singolo prodotto. Nel caso di Luca, questo includeva:
Materie prime: il costo dei metalli e degli altri materiali utilizzati per produrre i pezzi. Ad esempio, per ogni lotto di produzione, Luca acquistava acciaio di qualità superiore, ma non teneva traccia precisa degli sprechi o dei rincari stagionali.
Ore macchina: le sue macchine CNC, estremamente precise, avevano un costo orario elevato. Qui abbiamo calcolato non solo il consumo di energia, ma anche l’ammortamento dei macchinari (vedi punto 3).
Manodopera diretta: il costo del personale impiegato direttamente nella produzione, calcolando i salari orari e i contributi previdenziali.
Esempio pratico (per un singolo pezzo):
Voce di costo | Importo unitario (€) |
Materie prime | 12,50 |
Ore macchina (1 ora) | 30,00 |
Manodopera diretta | 20,00 |
Totale costi diretti | 62,50 |
2. Costi indiretti: l’invisibile che pesa sui margini
Molti imprenditori trascurano i costi indiretti, ma questi rappresentano una fetta importante delle spese. Per Luca, ad esempio, i costi indiretti includevano:
Ammortamenti: i suoi macchinari, acquistati a caro prezzo, avevano una durata media di 10 anni. Abbiamo calcolato l’ammortamento annuale e lo abbiamo distribuito sul numero di pezzi prodotti.
Energia e manutenzione: la sua officina richiedeva energia elettrica costante e interventi di manutenzione periodica. Questi costi erano spesso sommersi e mai attribuiti ai singoli prodotti.
Costi amministrativi e di gestione: l’affitto dello stabilimento, i salari del personale amministrativo e le spese generali (telefono, software, consulenze).
Per calcolare il costo indiretto per prodotto, abbiamo applicato un coefficiente di ripartizione basato sul numero di pezzi prodotti mensilmente.
Esempio:
Costi indiretti mensili totali: 12.000 €
Pezzi prodotti al mese: 2.000
Costo indiretto unitario: 12.000 € ÷ 2.000 = 6 € per pezzo
3. Margine desiderato: il vero motore del profitto
Un errore comune è dimenticare di aggiungere un margine di contribuzione adeguato. Questo margine non è solo il profitto netto: deve servire a coprire i costi fissi dell’azienda e a generare un guadagno sostenibile.
Nel caso di Luca, abbiamo scelto un margine del 30% sui costi totali (diretti + indiretti). Ecco come si presenta il calcolo finale:
Voce di costo | Importo unitario (€) |
Costi diretti | 62,50 |
Costi indiretti | 6,00 |
Costo totale | 68,50 |
Margine (30%) | 20,55 |
Prezzo di vendita | 89,05 |
4. Analisi del mercato e del cliente
Stabilire un prezzo basato solo sui costi interni non basta: è essenziale confrontare i propri prezzi con quelli dei concorrenti e valutare quanto il cliente sia disposto a pagare. Tuttavia, è fondamentale non scendere mai sotto il prezzo minimo calcolato: vendere sotto costo può attirare clienti nel breve periodo, ma mina la sostenibilità dell’azienda.
Nel caso di Luca, abbiamo identificato tre segmenti di mercato:
Clienti premium, disposti a pagare di più per la qualità e l’affidabilità.
Clienti sensibili al prezzo, per cui abbiamo studiato prodotti standard con margini leggermente inferiori ma comunque sostenibili.
Clienti “problematici”, che richiedevano personalizzazioni continue a costi insostenibili: questi sono stati gradualmente esclusi.
5. Strategie per ottimizzare i costi
Durante il processo, abbiamo anche individuato alcune inefficienze:
Riduzione degli sprechi: Luca ha ottimizzato l’utilizzo delle materie prime grazie a una migliore pianificazione della produzione.
Automazione di alcune fasi: l’acquisto di un software di gestione della produzione ha ridotto i tempi di lavorazione e migliorato la precisione nei preventivi.
Revisione dei fornitori: abbiamo negoziato nuovi contratti con i fornitori per ottenere prezzi più competitivi.
La lezione per ogni imprenditore
Fissare il prezzo di vendita è un esercizio che richiede metodo e consapevolezza. Ignorare anche uno solo dei fattori descritti sopra può portare a lavorare in perdita senza accorgersene.
Riepilogo operativo per determinare il prezzo di vendita:
Analizza i costi diretti: materie prime, manodopera, ore macchina.
Attribuisci i costi indiretti: ammortamenti, energia, affitti.
Definisci il margine desiderato: almeno il 20-30% sui costi totali.
Confronta con il mercato: senza scendere mai sotto il prezzo minimo calcolato.
Ottimizza i processi interni: riduci sprechi e inefficienze.
Ricorda: non si tratta solo di vendere, ma di vendere con profitto. I numeri non mentono, e solo con un’analisi dettagliata puoi garantire la sostenibilità della tua azienda nel lungo periodo.
E tu, hai già analizzato tutti i costi del tuo prodotto? Se vuoi fare un passo avanti, possiamo creare insieme un foglio di calcolo su misura per il tuo business!
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